Dal banco regia #3: In una produzione live, l’intercom in regia è ciò che trasforma il caos in coordinazione. Soprattutto durante eventi complessi come le competizioni motoristiche, la regia vista da fuori sembra un luogo di silenzio assoluto. Chi ci ha lavorato dentro, però, sa che senza comunicazione continua tutto si fermerebbe all’istante. L’intercom non è solo un sistema di cuffie e microfoni, ma è l’infrastruttura che tiene insieme persone, decisioni e flussi di lavoro. Se il video è ciò che il pubblico vede, l’intercom è ciò che permette al team di lavorare come un unico organismo. Chi ci ha lavorato dentro, però, sa che senza comunicazione continua tutto si fermerebbe all’istante.

L’intercom non è solo un sistema di cuffie e microfoni, ma è l’infrastruttura che tiene insieme persone, decisioni e flussi di lavoro. Se il video è ciò che il pubblico vede, l’intercom è ciò che permette al team di lavorare come un unico organismo.
Il silenzio che non esiste (in regia)
Durante una nostra diretta, specialmente in eventi sportivi o produzioni come le competizioni motoristiche, ma anche in contesti come le competizioni ippiche, le regate, i palii storici, le gare di canottaggio o di motonautica, l’atletica o il calcio, il tempo scorre a una velocità diversa. Ogni secondo può richiedere una scelta, una correzione rapida, un semplice “allarga” o un immediato “vai”. L’intercom serve proprio a trasferire informazioni cruciali in tempo reale. Il suo compito principale è connettere le persone prima ancora dei segnali video.
Nelle nostre produzioni, le voci si sovrappongono solo quando previsto. Ogni figura tecnica ha il suo canale, il suo livello di priorità e un ruolo ben definito nel racconto collettivo.
Chi parla con chi (e perché)
Il regista
È il direttore d’orchestra. Coordina ogni cosa: camere, grafiche, replay, fonico, commento e inviati. Ha un canale aperto con quasi tutti, ma la sua voce ha sempre la precedenza. Il regista può silenziare temporaneamente le altre linee per comunicazioni urgenti.
Il mixer video
Riceve i comandi dal regista: stacchi, dissolvenze, preview, ecc. È il braccio operativo del regista, ma comunica costantemente anche con altre figure tecniche come l’operatore replay, il grafico, ecc., ma anche all’occorrenza con gli operatori.
Il grafico
Non è soltanto un esecutore, ma anche una figura proattiva. Certo, lavora in ascolto e risponde ai cue (“grafica classifica, griglia… vai”), ma spesso propone direttamente al regista aggiornamenti in tempo reale per arricchire la narrazione. Diventa così parte attiva della costruzione editoriale della diretta.
Il fonico
Gestisce l’audio dello studio, dei microfoni degli inviati, di tutto l’audio della produzione e dell’intercom stesso. È il garante della chiarezza tra chi parla e chi ascolta. La sua attenzione costante rende comprensibile ogni messaggio vocale, anche in condizioni difficili. A sua volta il fonico deve poter ascoltare il regista e interagire con i commentatori, con gli inviati e altri tecnici a seconda delle necessità.
L’operatore Replay/RVM
Riceve cue come “dammi l’incidente” o “dammi il sorpasso” o “dammi la caduta”. Deve comprendere al volo la situazione e consegnare l’immagine o la serie di immagini giuste al momento esatto.
Lo studio e i commentatori
Hanno ritorno audio/video, parlano con il coordinamento, sono collegati con il fonico. Devono essere sincronizzati con tutto ciò che accade, pronti a interagire in tempo reale.
Gli operatori
Sono costantemente in ascolto e ricevono cue precisi dal regista, dal mixer video o dal controllo camere. La loro comunicazione deve essere chiara e tempestiva, per garantire la qualità delle riprese.
I pit reporter
Utilizzano intercom basati su sistemi wireless, che consentono loro di muoversi liberamente sul campo. Sono sempre pronti a intervenire in diretta non appena ricevono il segnale “pit in onda!”. La loro mobilità non deve sacrificare mai la chiarezza della comunicazione con la regia.
I cue: quando una parola vale un’azione
Nel flusso della regia non c’è tempo per frasi lunghe. Per questo esiste un linguaggio rapido e condiviso fatto di cue: comandi vocali brevissimi, ma carichi di significato operativo.
Un “vai” può far partire una grafica, un replay o un ingresso in studio.
Un “pronto” indica una camera che si prepara, una clip in attesa o un microfono pronto ad aprirsi.
Un “dentro” è il segnale che va in onda immediatamente.
I cue sono come il codice morse della regia: funzionano solo se chi li riceve sa esattamente cosa fare e quando farlo:
“Pronto camera 3… dentro!”
“Grafica classifica… dentro!”
“Pronto Pit… in onda!”
Ogni voce ha il suo canale
Nelle nostre regie gestiamo vari livelli intercom: linee partyline per gruppi principali (regia, audio, operatori), canali point-to-point per messaggi diretti (grafico, replay, commentatori) e sistemi con trasporto audio wireless per i reporter inviati e gli operatori di radiocamere.
L’intercom permette conversazioni parallele senza creare caos. Non si tratta solo di parlare, ma di instradare le voci nel modo corretto, dare priorità, silenziare, isolare e collegare le persone giuste nel momento giusto.
Per approfondire il mondo degli intercom professionali, puoi dare un’occhiata anche ai prodotti di Clear-Com, RTS o Unity Intercom , tra i più diffusi nel settore broadcast.
L’intercom: il cuore invisibile della regia
Chi guarda da casa non sente ovviamente nulla di tutto questo.
Dentro la regia, invece, l’intercom è lo strumento che rende possibile una comunicazione fluida e permette di impartire comandi nitidi e precisi, assicurando che ogni decisione si traduca immediatamente in azione.
La comunicazione interna in regia è frutto di esperienza e innovazione come è successo anche per i droni in diretta. Ne abbiamo parlato qui.
Questa è la terza puntata di Dal banco regia, il mio modo per raccontare cosa c’è dietro le quinte.
Francesco Paolo Mazza
Founder & Producer di IBUZ Group